FAMIGLIA BETTIZA

I Bettiza, già avventurosi mercanti nel settecento, dediti a rischiosi commerci fra le coste veneziane e i limitrofi possedimenti ottomani, a differenza della famiglia Gilardi, di origine prettamente Italiana, sono una famiglia autoctona della Dalmazia che già dalla seconda metà del Settecento si stabilì a Spalato nel quartiere prevalentemente abitato da Dalmati-Slavi chiamato “Borgo Luciaz”. La famiglia Bettiza, come molte altre Dalmato-Slave, fra la seconda metà del Settecento e l’Ottocento, presentava un doppio cognome, ovvero Smacchia – Ossibov. Il cognome Bettiza appare per la prima volta agli inizi dell’Ottocento, per poi sostituire gradualmente ed in maniera definitiva i primi due intorno alla seconda metà dell’Ottocento.1)

Il capostipite della famiglia era tale Stefano Macchia2) , del quale si sconosce l’effettiva provenienza, il quale nel 1749 si sposa a Spalato con Maddalena Ivanisevich3).  La famiglia Bettiza, un po’ come la famiglia Gilardi e molte altre, fece la sua fortuna all’alba dell’Ottocento diventando capitalisti e industriali nella scia rivoluzionaria delle guerre e delle conquiste napoleoniche. La grande svolta avvenne infatti in piena coincidenza con l’annessione napoleonica della Dalmazia e l’incorporamento della costa, divenuta parte delle nuove provincie illiriche nell’impero francese. In tale periodo, a quanto riportato dallo scrittore Enzo Bettiza nel suo libro Esilio un tale Girolamo Smacchia, da lui identificato come il padre di Marino Bettiza, ottenne l’incarico di vice tesoriere dell’armata di Dalmazia comandata dal generale Marmont, il quale senti la necessità di affidare la gestione delle finanze della sua armata a un nativo che non fosse solo sveglio, e competente di logistica, ma anche esperto in opere di costruzione. Il giovane e ambizioso generale Marmont, voleva fare della Dalmazia una provincia esemplare, tanto dal punto di vista strategico quanto estetico, munendola in primissimo luogo di strade ampie e carrozzabili. Difatti il lungo litorale Illirico ne era completamente sprovvisto dato che le comunicazioni ed i traffici con Venezia erano esclusivamente avvenuti fino ad allora via mare. Marmont che non possedeva una flotta, per governare e controllare strategicamente la nuova provincia imperiale, ne aveva assoluto bisogno. Il generale Marmont affida ancora una volta a Giovanni un compito molto arduo, quello della costruzione di una strada che da Zara scende sino alle bocche di Cattaro. Giovanni aveva non a caso, appena messo in piedi una un’azienda specializzata in lavori pubblici e materiali da costruzione e oltretutto conosceva alla perfezione le particolarità geologiche e orografiche del territorio oltre che gli usi e costumi della manodopera indigena.  Riguardo alla fortuna economica della famiglia Bettiza, nutro alcuni dubbi sulla figura di Girolamo. Lo stesso Enzo Bettiza, nel suo libro, lo aveva definito figura quasi leggendaria, di cui a distanza di oltre un secolo, se ne parlava a casa in occasione di particolari ricorrenze. Difatti pur non volendo assolutamente smentire quanto riportato dallo scrittore, diretto discendente della famiglia, è giusto far presente che il padre di Marino, era tale Giovanni Smacchia (1752 - 1825) 4)  figlio del capostipite Stefano. Tale fonte è reperibile su qualsiasi documento dell’epoca. Inoltre, dalla seconda metà del Settecento alla seconda metà dell’Ottocento, presso i libri parrocchiali di Spalato, non risulta essere mai stato censito alcun Girolamo. Stessa valenza per i libri fondiari del 1831.

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Articolo pubblicitario - «Duje Balavac» serie II n. 10, Spalato febbraio 1912 pag. 16

MARINO BETTIZA

A sinistra Lorenzo Gilardi, Marino Bettiza a destraSpalato fine 1890 circa(Fotografia di proprietà della famiglia Gilardi - Antonella Tommasi Preve)Marino Bettiza importante imprenditore di spalato nel ramo dell’edilizia, nacque a Spalato il 7 luglio 1814 da Giovanni e Ursola Diclicich.5) Nel 1842 si sposò a Spalato con Caterina Voltolini 6) , sorella del pittore accademico Giuseppe Voltolini, dalla quale ebbe tre figlie femmine: Maria, Nicoletta, Palmina e tre figli maschi: Pietro, Giovanni e Ugo.

Attivissimo ed intelligente, seppe da modeste condizioni economiche raccogliere una vistosissima sostanza. Esercitò dapprima l’arte del pittore, estendendo poi la sua operosità nell’istituzione di un’impresa per costruzioni di fabbriche, lanterne, ed altro. Imprese queste che gli procurarono non lievi utili. Nel 1840 fondò un deposito per materiali di fabbrica che era il più fornito ed attivo di tutta la Dalmazia. Con la ditta Gilardi acquistò la fabbrica di cemento contribuendone in gran parte all’incremento ed al maggior sviluppo. Per dar sempre maggior impulso alla fabbrica, seppur in età avanzata, intraprese viaggi per acquistare clientela e stipulare contratti per la fornitura di cemento. Fu anch’esso una delle personalità di spicco che contribuono alla modernizzazione e allo sviluppo della città di Spalato, nonché amico del podestà Antonio Bajamonti, del quale ne appoggiava la linea politica. Persona leale e ferma sempre pronta alla difesa dei diritti degli Italiani, stigmatizzando pubblicamente il fatale indirizzo politico del Comune di Spalato e la sua rovina economica.  Anche Marino, come Lorenzo Gilardi, faceva parte di molti sodalizi e dell’Associazione Dalmatica. Marino morì a Spalato il 01 gennaio 1901 all’età di 86 anni, a seguito dell’ aggravarsi delle proprie condizioni di salute già precarie a seguito di una fatale caduta nelle scale del Gabinetto di Lettura di Spalato, che lo costrinse negli ultimi due anni alla degenza. 7)

Per un miglior approfondimento sull’argomento, rimando alla lettura del libro Esilio - Enzo Bettiza - Mondadori 1996;

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Per vedere gli atti di nascita, matrimonio e morte di Marino Bettiza

GIOVANNI BETTIZA

Giovanni BettizaSpalato fine 1910 circa(Fotografia di proprietà della famiglia Gilardi - Stefano Gilardi)Ivan BettizaGiovanni Bettiza nacque a Spalato il 12.09.1854 da Marino e Caterina Voltolini (sorella di Giuseppe il pittore). Il 15.08.1896 si sposò a Spalato con Elena Donnersberg-Voltolini, vedova del pittore accademico Giuseppe Voltolini (1836-1892) suo zio.  Giovanni, dalla personalità mondana ed estrosa, era un uomo d’arte ed affari, grande conoscitore dell’Europa centrale e orientale, era sempre in viaggio per condurre  transazioni  commerciali . Studiò pittura ed architettura a Monaco di Baviera riuscendo a a fondere una vita ricca e culturalmente interessante con l’operosità e l'ingegnosità borghese del costruttore .  Nel 1900, a seguito della morte del padre Marino, insieme al fratello minore Pietro e ai soci Lorenzo e Protasio Gilardi subentrò della direzione della fabbrica di cemento. Morì a Spalato il 15.01.1930 senza lasciare eredi. Le proprie quote della fabbrica vennero vendute alla famiglia Ferić mentre i suoi diritti sulla sostanza sociale situata nella località di Stobreč vennero ceduti alla moglie Elena Donnersberg che poi li trasmise ai propri figli Maria e Marino Voltolini.

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Per vedere gli atti di nascita, matrimonio e morte di Giovanni Bettiza
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Per vedere gli atti di nascita, matrimonio e morte di Giovanni Bettiza

PIETRO  BETTIZA

Giovanni BettizaSpalato fine 1910 circaPietro Bettiza, nacque a Spalato il 10.07.1856 da Marino e Caterina Voltolini. Il 28.10.1882 si sposò a Spalato con Paolina Benevoli. Esponente di maggiore spicco della succursale spalatina del partito viennese di Lueger, di cui curava gli interessi e il radicamento elettorale anche nel resto della Dalmazia Austriaca era al tempo stesso, intimo di Bajamonti, sindaco risorgimentale della città nonché presente promotore e sostenitore di tutte quelle associazioni Italofone (Gabinetto di lettura, biblioteca italiana, Lega Dante Alighieri, società operaia, società dei bersaglieri, la ginnastica) che gli spalatini slavi definivano con sprezzo dialettale taljanaška i tolomaška gnijezda, ovvero covi italianeggianti e autonomisti, nel senso che perseguivano una politica di disturbo, mista d’Irredentismo mazziniano e austriacantismo asburgico, sostanzialmente volta a mantenere la Dalmazia autonoma dalla Croazia e dall’Ungheria e legata a doppio filo all’Austria. Nel 1900, a seguito della morte del padre Marino, insieme al fratello maggiore Giovanni e ai soci Lorenzo e Protasio Gilardi entrò a far parte della direzione della  fabbrica di cemento.  Morì a Spalato il 13.03.1928, lasciando le proprie quote ai suoi due figli maschi Vincenzo (1887), e Giovanni (1895).

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Per vedere gli atti di nascita, matrimonio e morte di Pietro Bettiza

UGO  BETTIZA

Ugo Bettiza, nacque a Spalato il 19.04.1860 da Marino e Caterina Voltolini. Considerato la pecora nera della famiglia per lo stile di vita che esso condusse. [Fu diseredato e proscritto dal padre per la sua mal condotta da bevitore, dilapidatore recidivo, duellante rissoso e giocatore d'azzardo spericolato, perseguitato da creditori e da donne furenti, genitore di troppi figli sbandati, tutti precocemente decimati dalle malattie e dalla miseria. Quello sventurato prozio, azzerato dal bisnonno, morì in maniera dimostrativa e spettacolare. In segno di protesta, si sparò un colpo di pistola dopo essersi collocato al centro di un vuoto podere di famiglia, chiamato non so perché Fondo Bulat, su quale il padre costruttore aveva rifiutato di costruirgli un tetto sotto cui raccogliere i i poveri resti delle sue numerose sovrapposte famiglie.] 8)

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Per vedere l'atto di nascita di Ugo Bettiza

NOTE

1) Per comprendere l’evoluzione dei cognomi della famiglia Bettiza, basta consultare gli atti di battesimo, matrimonio di Marino Bettiza. Nell’atto di battesimo del 1814 Fig. 185 a pag. 184 viene trascritto “Marino figlio di Zuanne (Giovanni) Smacchia e di sua legittima consorte Orsola…..” mentre nell’atto di Matrimonio del 1842 Fig. 186 a pag. 184 viene riportato come “Marino Smacchia detto Ossibov si sposa con Caterina Voltolini.” Nell’atto di nascita del 1854 del loro figlio Giovanni Fig. 187 a pag. 186 verrà riportato “Giovanni Giacomo figlio di Caterina Voltolini e Marino Ossibov Smacchia detto Bettiza”. Stessa trascrizione per il figlio Pietro Fig. 188 a pag. 186 e Ugo Fig. 189 a pag. 190. I cognomi Smacchia-Ossibov verranno persi definitivamente nei figli di Giovanni che manterranno solo il cognome Bettiza. Come si può notare dalle fonti ecclesiastiche sopra menzionate, ma anche in tutte quelle riguardanti i componenti della famiglia, nel periodo compreso fra la seconda metà del settecento e la seconda metà dell’Ottocento, nelle varie trascrizioni, anche per la stessa persona, venivano riportati arbitrariamente e senza distinzione di importanza, un cognome rispetto all’altro oppure entrambi o tutti e tre. Il cognome Bettiza divenne definitivo e stabile solo intorno alla seconda metà dell’Ottocento.

 

2) Stefano Macchia/Smacchia nasce intorno al 1720. Si stabilisce a Spalato intorno alla seconda metà del Settecento. Il  28 dicembre 1749 si sposa con Maddalena Ivanisevich [Spalato chiesa di S.Doimo libro dei matrimoni VI° pag. 8]. Muore a Spalato il 30.05.1806 [Spalato chiesa di S.Doimo libro dei defunti VI° pag. 278]

 

3) Premesso che è giusto parlare di cognomi stabili e fissati, così come li conosciamo oggi, soltanto dopo l’Unità d’Italia, con la creazione delle anagrafi comunali, o in Dalmazia solo dopo a delega della corona Austro-Ungarica agli Uffici Parrocchiali per assolvere tale scopo, è bene ricordare che i cognomi nel tempo hanno subito numerose variazioni in quanto per secoli sono stati condizionati dalla lingua parlata e pertanto non riuscivano a mantenere una grafia stabile, fino a circa il XVIII° secolo quando si iniziò ad assistere ad un loro assestamento. Nell’atto di matrimonio trascritto a pag. 8 del Libro VI° dei matrimoni della cattedrale di S. Doimo, viene riportato che il 28.12.1749 Stefano Macchia fu congiunto in matrimonio con Maddalena figlia del fu Giacomo Ivanisevich nella parrocchia di S.Pietro (Borgo Luciaz). Anche i loro figli Giacomo (1750), Carlo (1751), Giovanni (1754), Anna (1756), Maddalena (1757) e Anna (1759) verranno trascritti negli atti di nascita sempre con il cognome “Macchia”. Qualche decennio più avanti nei i rispettivi atti di matrimonio e morte verrà riportato il cognome Smacchia. Antecedentemente al 1749, nei registri parrocchiali di Spalato non viene registrato alcun Macchia-Smacchia-Ossibov o Bettiza, pertanto non essendo riportata la provenienza di Stefano, non è possibile stabilire se il cognome Macchia fosse un italianizzazione del cognome Smacchia (Smača in Croato) ad opera del parroco, oppure se Smacchia fosse una Slavizzazione di un cognome di origini Italiane.

 

4) Giovanni Smacchia nasce a Spalato il 15.04.1754 da Stefano e Maddalena Ivanisevich - [Spalato chiesa di S.Doimo libro dei battesimi XII° pag. 210], muore a Spalato il 26.10.1825 [Spalato chiesa di S.Doimo libro dei defunti VII° pag. 157]

 

5) [Spalato - Chiesa S.Doimo - Libro dei battesimi nr. XVII pag. 92 r atto nr. senza];

 

6) [Spalato - Chiesa di S.Croce - Libro degli atti di matrimonio nr. III pag. 42];

 

7) Cenno necrologico in «Il Dalmata», a. XXXVI, n. 3, Zara 09.01.1901;

 

8) BETTIZA Enzo, Esilio, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1996, pp. 192,193;

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